Polenta e Bruscitti

Giöbia, Imbolc, Candelora e Giorno della Marmotta: cosa hanno in comune?

Tra il 31 gennaio e il 2 febbraio si celebrano diverse festività che, pur appartenendo a culture diverse, hanno un filo conduttore comune: sono festività di metà inverno (sabba situati tra solstizi ed equinozi) che propiziano il passaggio dall’inverno alla primavera. Imbolc, la Candelora, la Giöbia e il Giorno della Marmotta sono tutte legate alla luce, alla purificazione e alle previsioni sul clima.

🌿 Imbolc, antica festa celtica, era dedicata alla dea Brigid e celebrava il ritorno della luce e la rinascita della natura. Col tempo, è stata assorbita dal cristianesimo e ha influenzato la Candelora.

🕯 La Candelora, festeggiata il 2 febbraio, è una ricorrenza cristiana che simboleggia la purificazione e la luce di Cristo. Tuttavia, conserva elementi pagani legati ai cicli stagionali e alla previsione del tempo: molti proverbi popolari suggeriscono che il meteo di questo giorno possa predire la fine dell’inverno (per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno semo fora ma se plora e tira vento dell’inverno semo dentro).

🔥 La Giöbia (o Giubiana) una tradizione del Nord Italia, prevede il rogo di un fantoccio femminile che rappresenta il freddo e le difficoltà invernali. È un rito propiziatorio per accogliere la primavera, scacciare il vecchio e propiziare il nuovo raccolto.

🐻 Il Giorno della Marmotta, celebrato negli Stati Uniti e in Canada, deriva da antiche credenze europee: se la marmotta esce dalla tana e vede la sua ombra (evento che si verifica se c’è il sole), l’inverno durerà ancora sei settimane; altrimenti, la primavera arriverà presto.

Nonostante le differenze culturali, tutte queste celebrazioni dimostrano come l’uomo abbia sempre sentito il bisogno di segnare il passaggio delle stagioni e sperare nel ritorno del sole. ✨

Per cominciare, vi consiglio innanzi tutto una bellissima tradizione irlandese legata alla notte del 31 gennaio, legata a Brigid: la dea dal mantello blu che cambia colore per proteggere chi ne ha bisogno.

Scegliete il vostro scialle più caldo, esponetelo alla luce della Luna per assorbirne l’energia e caricarlo con i tuoi intenti. Meditate, accendete candele, celebrate se lo desiderate. Lo scialle, benedetto dalla forza di Brigid, diventerà un rifugio energetico e, rinnovato ogni anno, acquisterà sempre più potere, avvolgendoti con la protezione e il calore della Dea ogni volta che ne avrai bisogno.

Inoltre, il 31 gennaio, in Lombardia, e precisamente a Busto Arsizio, si celebra la Giöbia, una tradizione che prevede di mangiare risotto con la luganiga dopo il rogo della giöbia oppure un piatto tipico delizioso: Polenta e Bruscitt.

La ricetta originale dei Bruscitt è gelosamente custodita dal famoso Magistero dei Bruscitt. Essendo mio marito originario di Busto Arsizio, ho avuto il piacere di preparare questo piatto seguendo fedelmente la ricetta del Magistero e voglio condividerla con voi:

Bruscitt con cui accompagnare la Polenta

Ingredienti per 4 persone

  • 800 g di carne di bovino adulto, suddivisa in parti uguali tra polpa reale di manzo, fustello, cappello del prete e tampetto (o diaframma), da tagliare al coltello
  • 55 g di lardo
  • 55 g di burro
  • 1 bicchiere di vino rosso robusto (Barbera, Barbaresco o Barolo)
  • Sale fino abbondante
  • Un pizzico di pepe
  • Un po’ di aglio in polvere
  • 1 cucchiaio di fecola
  • Una garza chiusa con spago da cucina contenente:
    • 1 cucchiaino di semi di finocchio
    • 2 bacche di ginepro schiacciate
    • 2 chiodi di garofano

Procedimento

I tagli di carne da acquistare devono essere di ottima qualità, così come il burro. Tagliare la carne al coltello in pezzi di circa 1-2 cm, poco prima della cottura, per mantenerne i succhi, e batterla leggermente.

In una pentola grande, sciogliere 40 g di burro, poi aggiungere la carne a pezzetti, il lardo e la garzina con le spezie. Salare bene, pepare leggermente e aggiungere poco aglio in polvere.

Coprire con il coperchio e cuocere a fuoco bassissimo per circa 3 ore, mescolando di tanto in tanto.

Dopo circa un’ora, versare il vino rosso, lasciando evaporare l’alcool a fuoco minimo con il coperchio leggermente aperto. Richiudere subito dopo.

A mezz’ora dalla fine, assaggiare e regolare di sale se necessario (assaggiare sempre carne e sugo insieme: la carne da sola potrebbe sembrare insipida, mentre il sugo potrebbe apparire più saporito).

Togliere la garzina, aggiungere i 15 g di burro restanti, mescolare, unire la fecola e mescolare di nuovo.

Continuare la cottura a fuoco minimo finché il sugo si rapprende leggermente. Se la carne non è ancora abbastanza tenera, prolungare la cottura per altri 30 minuti.

Note

  • Questo piatto è perfetto anche con polenta di mais e grano saraceno, la base della polenta taragna.
  • Se il fondo di cottura risulta troppo liquido, scoprirlo per pochi minuti. Se invece lo vogliamo più liquido non aggiungere mai brodo, ma solo burro.
  • Se servito come piatto unico, considerare 300 g di carne a testa con polenta. Se accompagnato da altro, 200 g di carne a testa sono sufficienti.

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